Nel panorama della letteratura e del cinema fantascientifico, il tema dell’utero in affitto – o più in generale della gestazione per altri – è stato spesso esplorato non solo come espediente narrativo, ma come lente d’ingrandimento su grandi domande etiche, sociali e tecnologiche. In un futuro sempre più segnato dal progresso medico e dal cambiamento dei modelli familiari, la fantascienza ha immaginato mondi in cui la riproduzione umana viene affidata a tecnologie avanzate, corporazioni o individui estranei alla coppia genitoriale.
Cos’è l’utero in affitto e perché la fantascienza se ne interessa?
Per utero in affitto (o surrogazione di maternità) si intende una pratica in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di un'altra persona o coppia, che sarà il genitore legale del bambino. Si tratta di una questione complessa, al centro di dibattiti giuridici, politici, morali e bioetici.
La fantascienza è il laboratorio ideale per analizzare gli sviluppi estremi – positivi o distopici – di questa pratica: cosa accade se la maternità viene completamente esternalizzata? Se la gestazione diventa un servizio industriale? Se la tecnologia sostituisce del tutto l’utero umano?
Quando la fantascienza immagina la maternità surrogata
🧬 Il racconto dell’ancella – Margaret Atwood
Uno dei romanzi più celebri sull’argomento. In una teocrazia totalitaria, le donne fertili vengono ridotte a mere incubatrici per le élite sterili. Una distopia inquietante che riflette sul controllo del corpo femminile e sulla strumentalizzazione della fertilità.
🧪 Brave New World – Aldous Huxley
Nel Mondo Nuovo, la riproduzione naturale è abolita. I bambini vengono "coltivati" in incubatrici e programmati geneticamente. L’utero non serve più, e la maternità biologica è considerata un’aberrazione arcaica. La distopia di Huxley mostra il prezzo dell’efficienza e del controllo assoluto sulla nascita.
🧠 Gattaca – Andrew Niccol (film)
Pur non trattando direttamente la maternità surrogata, il film esplora la selezione genetica e il futuro della riproduzione artificiale, aprendo la porta alla possibilità che la gestazione venga delegata a strutture cliniche per ottenere esseri umani "perfetti".
🤖 The Matrix – Lana e Lilly Wachowski
I corpi umani sono coltivati in gigantesche vasche da gestazione controllate da macchine, in un mondo dove la riproduzione naturale è scomparsa. Un’iperbole estrema della separazione tra corpo e identità, tra biologia e coscienza.
Opportunità nella surrogazione immaginata
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Accessibilità alla genitorialità
Coppie sterili, single o LGBTQ+ potrebbero avere accesso alla genitorialità senza limiti biologici. -
Controllo medico totale
Una gestazione surrogata tecnologica permetterebbe monitoraggi avanzati, minori rischi per la salute e nascita programmata. -
Decostruzione del legame biologico
Si aprirebbe la possibilità di superare la concezione tradizionale di maternità, aprendo nuovi modelli familiari e sociali.
Dilemmi etici e rischi distopici
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Commercializzazione del corpo femminile
Se la gestazione diventa un servizio, chi garantisce che non diventi sfruttamento? -
Disuguaglianze sociali
Nelle narrazioni fantascientifiche, spesso le donne surrogate provengono da classi sociali svantaggiate. Il rischio è creare una nuova forma di schiavitù riproduttiva. -
Perdita dell’esperienza materna
Se il corpo umano non è più coinvolto nella nascita, cosa significa essere madre? O figlio? -
Diritti del nascituro
In un mondo in cui la nascita è progettata e delegata, chi tutela i diritti dell’individuo ancora prima che venga al mondo?
Conclusione
L’utero in affitto nella fantascienza è molto più di una trovata narrativa: è un modo per interrogarsi sul futuro della nostra umanità, del nostro corpo, della nostra idea di famiglia.
In bilico tra opportunità di libertà e pericoli di alienazione, la gestazione surrogata immaginata dalla sci-fi ci costringe a riflettere oggi su scelte che potrebbero diventare realtà domani.