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Primo Capitolo
Dopo la guerra delle Arche
In un periodo troppo lontano dal presente e ormai quasi del tutto dimenticato, la vita sulla Terra procedeva normalmente, immersa nei soliti problemi con cui l’umanità conviveva ormai da secoli.
Gli umani, presi dalle loro vite di tutti i giorni, difficilmente sollevavano lo sguardo sopra le proprie teste per osservare le stelle e ignoravano quanto sarebbe accaduto in un futuro non troppo lontano.
La notte di Natale di quell’anno di cui non ricordavo più nemmeno il numero, mentre tutti si trovavano nelle proprie case per festeggiare con i parenti, un oggetto di notevoli dimensioni si stava avvicinando alla Terra viaggiando nel silenzio del cosmo.
Ancora sconosciuto agli occhi degli umani, quell’oggetto era una immensa astronave dallo scafo argentato, che proveniva dal sistema stellare Altair, lontano poco più di sedici anni luce dal nostro Sole.
Quell’astronave vagava del tutto indisturbata nell’oscurità e nel silenzio cosmico, dirigendosi verso il nostro piccolo pianeta azzurro.
Oltrepassata l’orbita lunare, rallentò la sua corsa e si diresse lentamente verso il nostro piccolo pianeta per andare a posizionarsi nei pressi della stazione spaziale terrestre.
Quegli astronauti che si trovavano a bordo della stazione spaziale furono i primi a vedere quella maestosa astronave che si mostrò dinnanzi ai loro occhi.
Appena la videro, si allarmarono e contattarono la Terra per annunciare a tutti ciò che stava avvenendo al di fuori della loro rudimentale astronave e chiedere istruzioni.
Naturalmente, la prima reazione a quell’annuncio fu quella di chiedersi se quell’astronave rappresentasse una minaccia per l’umanità.
Così, vennero allertati i militari di tutto il mondo, mentre i civili, accortisi di quanto stava accadendo sopra le loro teste, volsero lo sguardo verso il cielo con paura e ammirazione per quella presenza inaspettata che stava attirando l’attenzione di chiunque vivesse sul nostro piccolo pianeta azzurro.
Per alcuni giorni, il mondo intero si chiese da dove provenisse quell’astronave e, soprattutto, chi ci fosse al suo interno, quando una navetta uscì dal suo scafo e fece rotta verso la superficie terrestre.
Si scoprì che a bordo di quella navetta viaggiava il leader di quel popolo che vagava tra le stelle presentandosi silenziosamente alle nostre porte.
Quell’essere, simile a noi umani ma con una pigmentazione della pelle molto più sbiadita rispetto alla nostra, chiese di incontrarsi con i leader mondiali.
Quei leader, dopo essersi consultati coi militari, accettarono di incontrare quell’essere all’interno dell’aula del palazzo delle Nazioni Unite.
Quell’essere si presentò a quei leader dicendo di venire in pace e parlando perfettamente una delle lingue più comuni del pianeta, ovvero l’inglese.
Come introduzione alla sua presentazione, raccontò che la sua civiltà aveva abbandonato il proprio pianeta di origine a causa di una tremenda guerra che durava ormai da troppi decenni e che stava annientando gran parte della popolazione.
Non volendo rischiare l’estinzione della propria specie, salirono a bordo di quell’arca (così la chiamavano) e lasciarono il proprio pianeta d’origine al suo destino per cercare un nuovo mondo su cui vivere e prosperare.
Raccontata la storia del suo popolo, passò alle richieste che intendeva proporre ai nostri leader mondiali.
Mostrando buone intenzioni nei nostri riguardi, chiese asilo in cambio delle conoscenze scientifiche del suo popolo, che avrebbe condiviso con noi per permetterci di evolvere e risolvere alcuni dei nostri problemi.
Ascoltata quella richiesta, i leader mondiali si consultarono per diversi giorni prima di accettare di accogliere a braccia aperte quella razza aliena, permettendole di vivere in mezzo a noi.
Di comune accordo i vari leader mondiali decisero di affidare una nazione a quegli alieni, cosa divenne unica nel suo genere.
Quella fu la prima nazione di un popolo che proveniva da un altro sistema solare nella lunga storia dell’umanità.
Per tutti noi fu l’inizio di una nuova era che ci avrebbe permesso di prosperare ed evolvere, grazie all’aiuto offerto dagli altairiani stessi.
La gioia rivolta verso quei fratelli dello spazio (così veniva identificata quella razza aliena) fu immensa in tutto il globo.
La vita sulla Terra era tornata alla normalità; tutto procedeva per il meglio, grazie anche alle conoscenze scientifiche dei nostri fratelli dello spazio, che aiutarono noi i terrestri a migliorare le nostre competenze.
Ma, come tutti noi sappiamo, tutte le cose belle non sono destinate a durare in eterno.
Un giorno, quando si era creato il giusto equilibrio nella convivenza tra umani e alieni, altre astronavi apparvero nei cieli azzurri dell’intero pianeta.
Altre arche, queste però provenienti dai sistemi stellari Epsilon Eridani ed Epsilon Indi, raggiunsero la Terra sotto lo sguardo intimorito degli altairiani, che erano proprio in fuga da quegli alieni che si trovavano al loro interno.
Purtroppo per noi, quelle due razze aliene portarono sulla Terra quella guerra che stavano portando avanti nel sistema solare di Altair.
Venne chiamata la guerra delle Arche.
Distrusse gran parte della civiltà umana, la quale venne coinvolta poiché colpevole di aver accolto quella razza aliena che chiedeva solamente una seconda possibilità per evitare l’estinzione.
Quelle due razze aliene, che avevano portato la guerra sulla Terra, stavano avendo la meglio su di noi, e sugli altairiani, poiché non disponevano della capacità bellica di cui avremmo avuto bisogno.
Quando la situazione stava peggiorando sempre più, accadde un miracolo inaspettato, ma in cui molti di noi speravano, che ci salvò.
Una quarta civiltà aliena fece la sua comparsa e, con una potenza di fuoco superiore a quella degli epsiliani, pose finalmente fine alla guerra delle Arche.
Provenienti dal sistema stellare di Tau Ceti, vagavano per la galassia con il solo compito di porre fine ad ogni guerra che incontravano sul loro cammino.
Ripristinata la pace su quei mondi, instauravano rapporti pacifici con quei mondi che incontravano e che finivano sotto la loro protezione.
Grazie a quel loro intervento, che pose fine a quella stupida guerra, nacque quello che molti di noi indentificarono come il nuovo mondo.
Un mondo popolato da diverse razze aliene che convivevano sullo stesso pianeta sotto il controllo taucetiano, il quale si impegnava costantemente affinché la pace venisse rispettata da tutti quanti, punendo con la forza chiunque ostacolasse quel progetto di convivenza.
A quei tempi ero un militare e avevo combattuto in quella dannata guerra, dove persero la vita milioni di umani e altairiani.
Una volta finita, avevo perso tutto ciò che mi ero costruito durante la mia fottuta vita.
Così, mi ritrovai a vagare attraverso quel nuovo mondo che stava nascendo, senza una meta o uno scopo ben preciso.
A bordo di un veicolo che avevo rubato a qualcuno che non lo avrebbe reclamato, andai in cerca di qualcosa che desse uno scopo alla mia vita, mentre osservavo quanto stava sorgendo intorno a me.
Vagavo da un posto all’altro, visitando quelle città che stavano riemergendo dalle ceneri della guerra.
Visionavo i vecchi campi da combattimento dove giacevano migliaia di persone morte e i resti di quei mezzi utilizzati durante il conflitto.
Osservavo quel nuovo mondo e mi chiedevo che senso avesse avuto quella guerra, che aveva portato solo morte e distruzione.